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Cosa sono e come funzionano davvero le criptovalute?

Scritto da Sample Hubspot Author | Jul 21, 2023 8:23:10 AM

Con il termine criptovalute si intende un variegato insieme di monete digitali private, scambiabili a livello sovranazionale in modalità peer-to-peer, ovvero in modo indipendente da autorità terze come le banche centrali dei diversi Paesi.

Il termine “criptovalute” nasce per indicare che la tecnologia alla base del funzionamento di queste monete digitali utilizza meccanismi crittografici
paragonabili a quelli ampiamente diffusi per la gestione dei sistemi di firma digitale – e che questi strumenti digitali funzionano come mezzo di trasferimento di valore (come valuta, appunto). Dal momento, però, che la moneta digitale non viene utilizzata solo come mezzo per effettuare transazioni, ma che può funzionare anche come forma di accumulo di valore, un buon sinonimo per indicare lo stesso concetto è “digital assets”.

All’origine delle criptovalute: Bitcoin

Bitcoin è stata la prima forma di digital asset ad affermarsi nel panorama internazionale. Culmine di una ricerca tecnologica durata oltre un ventennio, Bitcoin nasce nel 2009 e rappresenta il primo caso di successo nella creazione e scambio di un bene nativamente digitale, intrinsecamente scarso, trasferibile liberamente tra utenti senza la necessità di intermediari. 

Con Bitcoin, quindi, si è trasformata in realtà la prospettiva di uno strumento completamente decentralizzato e al portatore: in grado di rappresentare e trasferire valore in modo nativamente digitale, la sua emissione non è regolata da un ente esterno ma solo da un sistema di controllo software garantito da un network di utilizzatori.

La presenza combinata di tutte queste caratteristiche rende Bitcoin una forma di valuta totalmente diversa dalle altre, paragonabile solo all’oro: come l’oro, infatti, anche i Bitcoin possono essere scambiati senza l’intervento di intermediari e sono un bene disponibile in quantità limitata, che può essere ottenuto solo svolgendo un lavoro di “estrazione”. Come l’oro, Bitcoin può essere utilizzato sia come mezzo di scambio (pagamento) che come strumento di accumulo di valore (risparmio e investimento), e in entrambi i casi l’utilizzo come bene d'investimento è di fatto preponderante rispetto a quello come strumento di pagamento.

Come funzionano i Bitcoin?
Emissione, possesso e trasferimento

Abbiamo detto che i Bitcoin, proprio come l’oro, devono essere estratti: per farlo è necessario utilizzare appositi software. Chi desidera estrarre Bitcoin – e diventare quindi un miner, un “minatore” –  entra a far parte di un network globale in cui ciascuno dei partecipanti mette a disposizione la propria potenza computazionale per validare le transazioni in Bitcoin, verificandone la validità e garantendo che non vengano effettuate doppie spese, ovvero che ogni Bitcoin abbia sempre un solo proprietario.

I software che effettuano questo lavoro verificano la validità delle singole transazioni in Bitcoin e le aggregano in un “blocco” che viene aggiunto in coda al registro che conserva lo storico di tutte le transazioni effettuate, detto “blockchain”.

I miners competono tra loro per essere i primi a validare un nuovo blocco e aggiungerlo alla catena. La validazione di un blocco di transazioni richiede al miner lo svolgimento di "lavoro", cioè l’esecuzione di un elevato numero di calcoli. Questo meccanismo è detto proof of work, un processo competitivo che premia il miner più veloce con una ricompensa rappresentata da Bitcoin di nuova emissione.

Questo meccanismo richiede a ogni miner di presentare la proof-of-work del lavoro da lui svolto e rende non conveniente inserire nella blockchain blocchi contenenti operazioni non valide: infatti, se un miner tentasse di farlo, gli altri nodi del network rileverebbero l’errore e rigetterebbero il blocco da lui proposto. Il miner avrebbe, quindi,  sprecato lavoro, tempo e risorse, senza ricevere in cambio alcuna ricompensa. Lo stesso accadrebbe se uno dei nodi del network cercasse di attaccare o modificare retroattivamente la blockchain: dato che tutti gli altri membri della rete possiedono l’intero registro transazionale e continuano ad aggiungere nuovi blocchi, il tentativo di manipolazione sarebbe subito identificato. Inoltre, compromettere la blockchain comporterebbe un enorme – se non impossibile – dispendio di risorse da parte dell’attaccante, che dovrebbe rifare tutto il lavoro svolto in precedenza dai minatori onesti.

Il sistema del mining, con le relative ricompense in Bitcoin per i miner che offrono la loro potenza computazionale per verificare la correttezza di ogni transazione, garantisce la sicurezza di ogni scambio in Bitcoin tra i diversi utenti, e permette a ogni proprietario di Bitcoin di avere la certezza di essere l’unico possessore di questa valuta digitale, nonché l’unico a disporre delle credenziali che permettono di trasferirla a terzi.

Per queste ragioni, in modo spontaneo e indipendente da ogni ente centrale, Bitcoin nell’ultimo decennio si è affermato sicuramente come forma di investimento, e proseguono i tentativi di proporlo come valuta di scambio.

Per comprare, vendere e custodire Bitcoin si può operare in proprio oppure ci si può affidare all’intermediazione di un gestore specializzato in digital assets, come CheckSig: questa scelta permette a ogni utente di operare in modo semplice e sicuro nel settore delle criptovalute, senza bisogno di intervenire direttamente nelle diverse procedure. CheckSig, attenta alle richieste e alle aspettative dei suoi clienti, si occupa infatti di tutti gli aspetti, aiutandoli anche a rispettare i diversi adempimenti fiscali e fornendo formazione continua e aggiornamenti informativi: un servizio completo, efficiente, sicuro e professionale.